Gite turistiche

L'interno di Grisolia è un intrigo di vicoli, scale, archi e supporti.
I vicoli sono innumerevoli e diversi tra loro per larghezza e lunghezza.
Una caratteristica dell'architettura del centro storico è il supporto, in gorgo: "U SPUORTU", tratti coperti del centro antico, nati dalla necessità di costruire, anche per motivi di difesa, le case l'una sull'altra.

 Questi si possono ammirare, perché variano per dimensione, importanza e bellezza; i più imponenti senza dubbio sono: u spuortu du mulinu, che in età comunale era una delle porte d'entrata, se non la principale porta, della città; u spuortu di Via Sotto le mura; u spuortu di Via Cafallaro e u spuortu di Via Chiesa, che porta al Santuario di S. Rocco, meta di pellegrinaggio soprattutto nel mese di agosto, le case sono attaccate l'una all'altra con una certa continuità e unite da archi in funzione statica ed estetica; predomina, infatti, come del resto in tutti i centri di origine medievale. II pieno sui vuoti. Particolarmente diffusa, nelle costruzioni, è la pietra di Grisolia e di fiume, materiali facilmente reperibili in luogo.
Molto usati nella copertura sono i coppi d'argilla, detti in gorgo "CERAMILI". Tra le soluzioni più interessanti troviamo quella delHmposta del tetto all'attacco con la muratura, con i coppi serrati in filari multipli i quali formano una smerlatura di singolare effetto.
Questo motivo appare così diffuso tanto da potersi considerare ricorrente nell'edilizia Grisoliota.

 Le murature sono spesso lasciate grezze, non intonacate, da dove si notano le feritoie che servivano per reggere le impalcature. Inoltre vi sono delle finestre asimmetriche, che variano per dimensioni, stile e bellezza e testimoniano l'influenza di epoche e maestranze di diversa denominazione.
I palazzi, (anzi...ciò che è rimasto!) anch'essi con i tetti rossi di coppi d'argilla, si distinguono per mole, stile ed età; spiccano il Palazzo Ducale, che risale al XV secolo, di proprietà del comune; i palazzi de' i "de Patto"; e in zona Castello, in alto, quello appartenente alla famiglia Saporiti, e più in basso, soprastante, "u spuortu" di Via Sotto le Mura, quello appartenente alla famiglia Tosto, che conserva ancora esternamente la struttura originaria del portico.
Questi palazzi conservano ancora oggi alcuni elementi decorativi, in special modo nei portali, nei balconi, nelle finestre; sull'architrave spesso spiccano le iniziali del proprietario o lo stemma del casato. Dalle vie si accede alle abitazioni tramite scale e scalette in pietra, affiancate alla fronte stradale.
E' da precisare che l'uso della scala esterna è dato unicamente da fattori di sfruttamento massimo dello spazio disponibile in quanto, sporgendo sulla sede stradale comune, non impegna l'area destinata ai vani abitabili.
Nelle strade confluiscono i vicoli "Vanelle", una volta quasi tutti predisposti a gradinate in pietra , oggi, pavimenti in porfido con elementi decorativi e ciottoli di fiume.
Nella parte alta dell'abitato abbiamo la chiesa di S. Rocco da Montpellier, oggi Santuario, e intitolata alla Madonna delle Grazie.

Infeudato a Tancredi Fasanella, nel 1395, viene alienato in favore di Roberto Alagno e concesso quale dote matrimoniale. Nel 1420 vi figura Nicolò Capece Bozzuto. Negli anni compresi tra il 1445 e il 1539 viene annesso ai possedimenti del principe di Bisignano del quale segue le vicende per lungo tempo fino allo smembramento del vastissimo stato. Nel 1605, è venduto al patrizio napoletano Fabio Bologna che dopo quattro anni lo cede al celichese Orazio Guerra la cui famiglia vi governa ininterrottamente fino al 1663. Il feudo apparterrà ancora alla famiglia Brancaccio, all’ospedale di Sant’Angelo, ai Rossi (1663-1701), agli Armetrano (1701-1732), ai Cavalcanti (1732-1741), a Pietro Catalano Gonzaga i cui discendenti saranno scacciati dalle leggi napoleoniche del 1806.

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